martedì 28 marzo 2017

I pericoli di Internet


 
I pericoli di Internet
 
" Mamma, posso giocare un po' con il mio tablet???"  "Ma certo, tesoro, però vedi di stare attenta!"
"Stai tranquilla, mami..."
Allora, Milena iniziò a setacciare la rete per trovare alcune belle foto da postare sui Social.
Ne trovò di bellissime e le postò tutte quante su Instagram.
Di like ne ricevette a decine; perciò, fece un'interminabile diretta nella quale ricevette 200.000 cuoricini!
Era fuori di sé per la felicità, allora chiuse Instagram e iniziò a giocare al suo gioco preferito: Talking Tom.
Ad un certo punto, per sbloccare il nuovo gatto rosa, Milena dovette inserire tutti i suoi dati, dal giorno della sua nascita al conto in banca.
Il giorno dopo, in assenza della madre, suonò al campanello un tale che diceva di essere il corriere.
Milena scese ed egli la rapì e se la portò in un posto pieno di altri amanti di Talking Tom come lei.
L'uomo che l'aveva rapita aveva, non si sa come il numero di sua madre; immediatamente la chiamò e le disse: "Se rivuoi indietro tua figlia, sganciami tutto il tuo oro altrimenti ... morirà!!!"          
La mamma era preoccupatissima e compose il 113 per chiamare la Polizia; arrivarono in tutta fretta ma, testardi com'erano non crebbero al racconto della donna, così dovette cavarsela da sola.
Raggiunse in poco tempo l'edificio grazie alla sua nuova invenzione: il "Trova-FigliaMilena".
Entrò e vide una marea di poveri ragazzini imprudenti, tra cui sua figlia. L'uomo non c'era, perciò chiamò tutti i loro genitori che, in un attimo corsero all' edificio per portarseli a casa.
Rimasero soltanto lei e sua figlia: "Mi dispiace davvero tanto" si scusò Milena "Ti perdono, però non dire che non ti avevo avvertito" "Ora scappiamo perché sta per tornare!".
Madre e figlia fuggirono insieme e arrivate a casa chiamarono la Polizia, che arrestò l'uomo misterioso e lo condannò a un lungo e atroce ERGASTOLO.
Dopo quel giorno non si verificò alcun evento simile (falso) e vissero tutti felici e contenti.
Gloria e Caterina M.


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